CERCANO CASA
Capita, nei siti o dagli allevatori, di trovare una sezione dedicata agli “adulti in cerca di casa”. Nel gergo allevatoriale si chiama “ricollocamento di gatti adulti” o “rehoming” se ci piace l’inglese. Vediamo di cosa si tratta.
Una questione di numeri
Gli allevatori non sono accumulatori di gatti o meglio, non dovrebbero esserlo. Il vero allevatore, cioè quello che lo fa con il reale senso di cosa sia la selezione di una razza e di come si porti avanti, deve lavorare con un numero di soggetti tale da riuscire a realizzare degli effetti misurabili nel pool genetico. Per essere più pratici, questo significa che se voglio che i miei gatti abbiano le orecchie più “basse”, non basta che mi capiti ogni tanto una cucciolata con le orecchie “basse”: devo fare in modo che tutti i miei cuccioli o, più realisticamente, una alta percentuale dei miei cuccioli abbia le orecchie “basse” e che questi cuccioli, quando diventano genitori, riescano a passare questa caratteristica anche accoppiati con gatti di diversa estrazione. Se un allevatore riesce a fare questo, si dice che ha “fissato” quella caratteristica che desiderava e quindi “ha fatto selezione”.
Un risultato così non si ottiene per caso: ci vuole pazienza, si “prova e sbaglia” diverse volte, si devono testare gli accoppiamenti e vedere quali ottengono risultati migliori, si devono tenere i cuccioli dagli accoppiamenti giusti e proseguire con la seconda, la terza e la quarta generazione, e si deve sempre tenere in mente che magari a un certo punto ci si rende conto che la strada intrapresa non è quella giusta e quindi si deve ricominciare tutto d’accapo.
E per farlo, servono tanti gatti. Quanti? Teoricamente più di quelli che un allevatore può ragionevolmente tenere in casa. A volte si creano i circuiti di collaborazione, una specie di “allevamento distribuito” dove allevatori singoli si impegnano per andare nella stessa direzione di selezione e per cercare di fare insieme quello che da singoli è difficilissimo fare.
Il gatto sta meglio sterilizzato che intero
In tutto questo bel discorso filosofico sulla selezione e su quello che idealmente dovrebbe essere, dobbiamo però fare i conti con quello che realmente succede in allevamento: le gatte non possono fare tante cucciolate e i calori a vuoto sono pericolosi per la loro salute. I maschi non possono stare anni a deperire alla ricerca di femmine che gli vengono sistematicamente negate. Succede che puntiamo tutto il nostro lavoro su una gatta che purtroppo deve essere sterilizzata prima del tempo per qualunque motivo. Oppure che i gatti in casa nostra iniziano a sviluppare un comportamento aggressivo o disturbato per via delle grandi sollecitazioni a cui sono sottoposti o, caso meno raro di quanto si pensi, un gatto non riesce a integrarsi nella vita di allevamento e diventa insofferente, sviluppa un carattere difficile e rende impossibile la serena convivenza.
Insomma, inutile negarlo: è molto meglio che i gatti siano sterilizzati o castrati appena possibile.
Come si concilia l’allevamento con le necessità tipiche del gatto?
Si cerca di tenere il livello di stress in allevamento più basso possibile, e una delle cose che vanno necessariamente fatte è quella di tenere sotto controllo il numero di gatti presenti in casa. Tutti noi allevatori sappiamo qual è il punto critico, cioè quando abbiamo davvero “troppi” gatti e, quando arriviamo al numero, abbiamo solo due scelte possibili: o ci fermiamo, e di fatto smettiamo di rinnovarci, di inserire nuovi soggetti in allevamento, di proseguire la linea con i cuccioli dei nostri gatti (e con i loro cuccioli) di perseguire – insomma – la selezione e quindi di fatto smettiamo di allevare (perché fare cuccioli tanto per farli è solo quello, “fare cuccioli”, allevare è ben altro!) oppure cerchiamo di diminuire il numero di gatti presenti in casa.
Ma come fai a darli via, vuol dire che non li ami abbastanza!
In realtà è proprio perché li amiamo molto che vogliamo che per loro ci sia la migliore condizione possibile. E’ un atto di grande umiltà e di grande presa di coscienza personale quello di realizzare che un nostro gatto potrebbe star meglio da un’altra parte piuttosto che a casa nostra. Cercare di fare il loro bene deve essere sempre il punto principale del lavoro che si fa con i gatti, a prescindere dalla selezione e dal risultato che possiamo ottenere in anni di allevamento. Il benessere felino è e deve sempre essere al primo posto. A volte, ed è dura da accettare e lo dico senza tema di smentita, riconoscere che un nostro micio starebbe meglio in un’altra casa non è facile, perché significa ammettere di non essere riusciti a capirlo completamente, a dargli quello che merita e cioè una casa confortevole e un ambiente sereno. E’ una dicotomia strana, quella che gli allevatori vivono continuamente: devono fare i conti tutti i giorni con la realtà delle cose, che spesso e volentieri cozza, e pesantemente, con le teorie sulla selezione e l’allevamento che hanno letto sui libri o imparato nei corsi di formazione.
Dar via un proprio gatto, che magari è nato da noi, che abbiamo cresciuto e amato, che è stato importante per il nostro allevamento, è un atto d’amore in realtà. Di amore per il micio, che vogliamo sia felice a prescindere da dove viva. Questo è il rehoming.
Mi hai convinto, dimmi qualcosa in più sui gatti da ricollocare
Ogni gatto è un caso a sé e l’allevatore saprà indirizzarvi benissimo sul tipo di carattere che ha il micio, se può vivere con altri gatti o se deve stare da solo, se ha bisogno di uno spazio aperto (ovviamente protetto!) o se preferisce vivere tranquillo in casa. A differenza dei cuccioli, che vivono dall’allevatore per soli 3 mesi, il gatto adulto ha passato mesi se non anni a stretto contatto dell’allevatore, che ve lo descriverà in ogni suo minimo dettaglio e, se è esigente con i cuccioli, con i suoi adulti lo sarà ancora di più. E tenete anche conto che l’allevatore serio solitamente non ha “fretta” di piazzare i suoi gatti adulti in cerca di casa ma anzi, cercherà con attenzione la famiglia giusta per ognuno di loro.
Ci sono alcuni vantaggi a prendere un gatto adulto in un allevamento:
Costa meno di un cucciolo. In generale gli allevatori fanno un prezzo meramente simbolico per il gatto adulto, che in generale viene ceduto o gratis o con il rimborso per la sterilizzazione.
Il carattere che vedete nel micio e che l’allevatore vi descrive è “formato”, a differenza di un cucciolo che ha una base, costruita dalla vita in allevamento fino ai tre mesi, ma che poi è tutto da scoprire e da sviluppare.
Un gatto adulto in buona salute ha un sistema immunitario completamente formato, che lo mette al riparo dai piccoli inconvenienti che possono capitare a un cucciolo durante la crescita.