Il Sacro di Birmania

L' origine del Sacro di Birmania è piuttosto incerta e ciò ha dato vita ad una leggenda leggenda, che di certo ha tratto ispirazione anche dall’aspetto così particolare di questo magnifico gatto.
Si narra che nell’antica Birmania (l’attuale Myanmar), presso il popolo degli Khmer sorgesse un tempio dedicato al culto della dea Tsun-Kyan-Kse, protettrice delle anime durante la trasmigrazione. Nel tempio vivevano i monaci Kittah di cui faceva capo il più vecchio e saggio monaco Mun-Ha. All’interno del tempio vi era una preziosissima statua d’oro raffigurante la dea, con al posto degli occhi due grandi zaffiri blu intenso.
I monaci accudivano 100 gatti bianchi dagli occhi color oro. Tra di essi vi era un gatto chiamato Sinh, il preferito di Mun-Ha.
Un giorno alcuni briganti saccheggiarono il tempio, uccidendo Mun-Ha il quale tentò di difendere la statua della dea. Il gatto Sinh saltò sul corpo senza vita del monaco guardando intensamente la statua della dea. All’improvviso il suo mantello assunse sfumature dorate, gli occhi divennero blu come quelli della dea e le zampe assunsero il colore della terra. Solo i piedi poggiati sul monaco divennero candidi. I briganti terrorizzati dal prodigio, fuggirono e il tempio fu salvo. Ma Sinh non volle più toccare cibo: morì dopo 7 giorni. In quello stesso istante nei restanti 99 gatti avvenne la stessa mutazione di Sinh: i loro occhi divennero blu, i piedi bianchi e il mantello di tonalità dorate.
Da allora divennero i gatti sacri del tempio.

 

 

La storia stessa del birmano ha diverse versioni.
Una versione vuole che nel 1918 furono importati in Francia due esemplari. La femmina diede alla luce una cucciolata, che fu l’origine della razza. Un’altra versione invece dice che il Birmano è nato da un incrocio tra un Siamese e un Persiano.
Sta di fatto però che nel 1926 ad una esposizione felina parigina tutti rimasero incantati dalla bellezza di una gatta la cui razza era fino ad allora sconosciuta: Poupèe de Madalpour fu la prima birmana della storia, diretta discendente dei gatti sacri del tempio.
A seguirla nel 1930 spopolò alle esposizioni feline un superbo maschio seal point di nome Dieu d’Arakan.
La seconda guerra mondiale mise a dura prova le selezioni fino allora fatte dagli allevatori: sopravvissero solo due coppie di birmani dalle quali si partì per ottenere il riconoscimento della razza, avvenuto nel 1966.
I primi colori ad essere selezionati per diverso tempo furono i seal point e la diluizione blu point. Solo nel 1974 furono introdotte le colorazioni chocolate point e la diluizione lilac point, ottenuti da accoppiamenti con Persiani e Siamesi colorpoint.
Nel 1978 s’iniziò la selezione del colore red pointed in seguito tra il 1983 ed il 1984 s’introdusse la varietà tabby point.

 

Il Birmano è amante della casa, della comodita’, della vita regolare è costante nelle abitudini e negli affetti. Con il suo padrone coltiva un rapporto di speciale esclusivita’, ha bisogno di sentirsi oggetto delle sue, sia pur piccole, attenzioni e dimostrazioni d’affetto.
È un gatto gentile e socievole, che gradisce la compagnia di altri animali domestici. Il suo amore per il gioco e il suo desiderio di rapporto costante con l’uomo, lo induce a superare l’istintiva diffidenza di ogni felino nei confronti dei bambini, di cui diventa compagno inseparabile. Si educa facilmente con il solo comando vocale.

È un gatto che si adatta anche in luoghi diversi dalla sua casa abituale, come alberghi, seconde case, pensioni per animali, e tollera benissimo i viaggi e gli spostamenti in automobile.

È un gatto vivace nei suoi giochi, ma non demolisce la casa. Dedicandosi a lui nei momenti di gioco, si puo’ scoprire un simpatico compagno di divertimenti.

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